Una prima versione nel 2024, tanto rivoluzionaria da venir paragonata, secondo le aspettative di Mark Zuckerberg, al lancio del primo i-phone; la seconda generazione prevista nel 2028 e la terza nel 2030.
Sono queste le date cruciali che emergono dal lungo report di The Verge che guarda anche alle evoluzioni degli attesissimi AR glasses e, in generale, dei dispositivi di Realtà Aumentata sui quali Zuckerberg sta riponendo tante speranze.
Cosa ci aspetta? Davvero rivoluzioneranno la nostra vita?
Project Nazare e Hypernova, il futuro degli occhiali per la Realtà Aumentata
Stando ai rumors, Meta starebbe lavorando a due versioni di AR Glasses.
Il primo, Project Nazare che funzionerebbe indipendentemente da un telefono mobile, il secondo, chiamato Hypernova, più economico e legato per il funzionamento agli smartphone.
L’aspetto più curioso sta nel fatto che l’occhiale, sempre secondo le indiscrezioni del report, sarebbe venduto insieme a un dispositivo da polso in grado di utilizzare l’elettromiografia differenziale per misurare gli impulsi elettrici dei neuroni del braccio, creando così l’effetto di un “limbo fantasma” che l’utente può usare per interagire con gli occhiali.
Sembra fantascienza, in realtà Meta lavora sulla tecnologia EMG da anni, non è una sorpresa quindi che voglia utilizzare le scoperte ed i test fatti in questo progetto per migliorare le performance dei propri AR Glasses.
Cosa sarà possibile fare con questi occhiali speciali?
A differenza degli occhiali Ray-Ban Stories, già in vendita e di cui si è parlato molto in fase di lancio, salvo poi dimenticarne l’esistenza o quasi, le promesse di questa nuova generazione di occhiali sembrano grandiose:
tra le varie funzionalità la più interessante sembra quella di poter parlare con gli ologrammi delle persone semplicemente indossando i glasses, un’esperienza ancora più immersiva e coinvolgente rispetto alle odierne videochiamate.
Guardando poi il video sopra, in cui Zuckerberg racconta in pratica come funzionano i glasses Nazare: indossandoli è possibile esperire il vero e proprio “Internet incarnato”, come lo chiama lo stesso CEO di Meta, ovvero visualizzare per esempio la nostra conversione di WhatsApp sovrapposta allo spazio che vediamo di fronte a noi e naturalmente giocare con i nostri amici non presenti fisicamente nella stanza, ma presenti in forma di ologrammi, grazie ai loro avatar.
Sulla funzionalità avatar, gli esperti di Meta stanno lavorando moltissimo, cercando di trasformarli da una sorta di cartone animato del soggetto a qualcosa di molto più realistico e vicino alla realtà.
Quanto costeranno gli AR glasses?
Non c’è ancora una cifra precisa, ma con ogni probabilità più del Quest VR headset, il dispositivo venduto da Meta oggi per immergersi nella Realtà Virtuale, che costa circa 299 dollari.
Non sarà quindi un prodotto economico, specialmente nella prima fase, tuttavia la società conta di vendere decine di milioni di unità di smart glasses entro la fine di questa decade.
Questi prodotti conquisteranno i consumatori?
É difficile dirlo, certamente, quantomeno all’inizio, difficilmente il prodotto sarà mainstream.
Al di là del prezzo, per quanto riguarda il progetto Nazare, si parla di una batteria dell’autonomia massima di 4 ore e un dispositivo pensato per essere utilizzato prevalentemente in casa.
Al momento inoltre non sono presenti prototipi del progetto, il che rende ancora più difficile comprenderne appeal e potenzialità.
Probabilmente per una diffusione di massa ci vorranno ancora decenni, ma l’impegno che la società “social” per eccellenza, Meta, sta mettendo nello sviluppo di questi dispositivi ci offre un’idea di quanto potrebbero diventare importanti in futuro.
E di quanto Realtà Aumentata, Realtà Virtuale e Intelligenza Artificiale siano sempre più vicine a entrare nella vita di tutti i giorni…anche sotto forma di occhiali.