Nel 2017 sentii l’esigenza di creare un nuovo modello di marketing per il Centro Ottico, che fosse l’evoluzione del Retail Marketing Puzzle, perché volevo costruire qualcosa che aiutasse l’ottico imprenditore a integrare strategia e pratica, comprendendo che ogni ambito gestionale del Centro Ottico è strettamente collegato agli altri e che l’obiettivo di ogni attività di comunicazione e marketing doveva confluire in un percorso coerente orientato all’ottimizzazione delle relazioni interne ed esterne, nel proprio contesto di mercato.
Era il 17 giugno 2017 e lanciammo il nuovo modello, l’Optical Retail Marketing Wheel, attraverso un ebook, L’importanza dei dati per il Centro Ottico, realizzato proprio in collaborazione con Bludata Informatica. All’epoca partii dai dati, non soltanto in onore della collaborazione con Bludata, ma perché i dati sono le fondamenta e, in molti casi, il punto di partenza di ogni attività strategica e operativa nel marketing. I dati sono le radici che tengono ben saldo a terra il sogno imprenditoriale mentre si sviluppa verso il cielo.
Oggi, nel settimo anniversario dalla pubblicazione di quell’ebook, vorrei in qualche modo chiudere il cerchio (o la ruota, se preferisci) di quel viaggio, soffermandomi sull’ultimo raggio dell’Optical Retail Marketing Wheel, ovvero la capacità relazionale.
La definizione di capacità relazionale, che creai appositamente, è intesa come la capacità del Centro Ottico di interagire in modo proattivo, etico ed efficace come un organismo vivente all’interno del proprio contesto di riferimento. Nel contesto inserisco tutto: non soltanto i clienti, ma anche i fornitori, i collaboratori, la rete sociale, il quartiere, il paese o la città, la propria comunità digitale.
La capacità relazionale chiude l’Optical Retail Marketing Wheel, ricongiungendosi con la pianificazione strategica, che riguarda strettamente il posizionamento di marketing dell’azienda, come a dire: “tutto quello che hai sognato, progettato e realizzato finora deve portarti qui, a costruire una rete di connessioni umane di qualità, che garantiranno al tuo business di vivere e prosperare in modo etico e felice, al riparo dagli imprevisti del mercato. Ora che sei arrivato o arrivata fino a qui, puoi ripartire, rivedere il tuo progetto, migliorarlo, in un ciclo virtuoso che porterà sempre lì, a rendere più florida e felice la tua impresa e tutte le persone che attorno a questo centro orbitano”.
Sono passati sette anni e ho avuto modo di accompagnare i miei clienti e in parte il mercato ottico italiano attraverso qualche “imprevisto” di portata storica a attraverso le conseguenze rivoluzionarie sulla società, sulle relazioni, sulla percezione del tempo e sulla propensione all’acquisto e posso confermare che non soltanto il modello dell’Optical Retail Wheel rimane valido, a maggior ragione in momenti in cui bisogna affrontare cambiamenti importanti ma che il focus sulla capacità relazionale dell’azienda si rivela in ogni caso, eticamente vincente.
Durante la fase di preparazione del mio Master Update in Optics, che si è concluso il 16 giugno con una emozionante giornata di formazione residenziale a Firenze, sono entrata in contatto con nuovi concetti che hanno dato un’ulteriore conferma scientifica al concetto di capacità relazionale.
In particolar modo sono rimasta colpita dagli studi del sociologo Mark Granovetter, docente presso l’Università di Stanford, che riporta l’idea di ecosistema relazionale, che viene definito – appunto – come
un insieme complesso e dinamico di interazioni e relazioni tra individui, organizzazioni e altre entità, all’interno di un contesto sociale, economico, tecnologico o naturale. Questa rete di relazioni può includere connessioni personali, professionali, commerciali, tecnologiche e di altro tipo, tutte interconnesse e interdipendenti.
Nell’ambito dei suoi studi, Granovetter evidenza l’importanza per il successo economico, sia in ambito professionale che in ambito imprenditoriale, dei cosiddetti legami deboli. Egli ha esaminato come la struttura delle reti sociali influenzi la diffusione delle informazioni e delle opportunità lavorative, sfidando la percezione comune che le connessioni più forti siano sempre le più influenti.
In pratica viene operata una distinzione tra legami forti, ovvero relazioni strette e intime con individui che conosciamo bene e con cui interagiamo frequentemente, come familiari, amici stretti e colleghi di lavoro, e legami deboli, ovvero connessioni meno frequenti e meno intime con individui che conosciamo meno bene, come conoscenti, colleghi occasionali e amici di amici.
Mentre i legami forti sono quelli che ci sostengono e ci motivano nella quotidianità, i legami deboli ci consentono di accedere a risorse e opportunità sempre nuove, idee innovative e nuovi contesti sociali perché ci portano fuori dalle abitudini, dai circoli e dalla nostra zona di confort.
Per il Centro Ottico è la conferma di come, sempre più, l’apertura verso l’esterno, l’orientamento all’inclusività, la disponibilità a interagire con realtà culturali e sociali nel proprio territorio e nel proprio mercato, rappresentano un elemento imprescindibile per dare respiro alle proprie strategie e costruire i presupposti per costruire nuove strade di crescita umana e di business che diversamente non potremmo neppure immaginare.