Nel panorama digitale di oggi, sempre più caratterizzato dall’innovazione tecnologica, distinguere ciò che è reale da ciò che è generato artificialmente sta diventando una competenza cruciale. Le intelligenze artificiali generative creano immagini e testi sempre più realistici, ma con un occhio allenato e l’aiuto di strumenti tecnologici possiamo imparare a riconoscerli. In questo articolo esploreremo alcune tecniche pratiche per identificarli e, soprattutto, perché questa abilità è fondamentale.
Le immagini: dettagli che fanno la differenza
Le immagini prodotte dall’intelligenza artificiale presentano una qualità sorprendente, ma spesso rivelano imperfezioni che ne tradiscono l’origine. Ecco i principali elementi da osservare:
- mani e occhi: questi dettagli rappresentano una sfida per molte AI. Dita sproporzionate, occhi asimmetrici o riflessi innaturali possono essere segnali di immagini non autentiche;
- luci e ombre: la distribuzione innaturale della luce e delle ombre è un indizio importante. Se la scena sembra perfettamente bilanciata o priva di irregolarità, potrebbe essere sintetica;
- scritte: loghi o testi nelle immagini generate sono spesso incomprensibili o distorti. Un cartello con parole senza senso è un campanello d’allarme.
Ecco alcuni esempi.
La foto di questo ragazzo è stata creata con l’AI.
Dove vedi gli errori? Guarda gli occhiali sullo scaffale di destra: mancano delle aste.
Vuoi riprovare a testare le tue capacità?
Anche la seguente immagine è creata con l’intelligenza artificiale.
Io ho utilizzato un software online che si chiama Ideogram e con ripetuti prompt ho cercato di migliorarne il risultato. Tuttavia, guarda le dita: non ti sembrano un po’ strane? 🙂
Un altro aspetto rivelatore è il rumore digitale. Nelle fotografie reali, il rumore è una variazione casuale nei pixel, visibile soprattutto in condizioni di scarsa luce. Le immagini generate, invece, hanno una texture eccessivamente uniforme o con pattern ripetitivi.
I testi: coerenza, contesto e grammatica italiana
Anche i testi generati da AI possono essere identificati con attenzione. Sebbene fluidi e grammaticalmente corretti, spesso mancano di coerenza o contesto. Ad esempio:
- frasi troppo generiche o prive di dettagli specifici;
- ripetizioni evidenti o utilizzo innaturale di sinonimi;
- mancanza di sfumature culturali o linguistiche tipiche di un autore umano.
Se poi non avete istruito bene il vostro ChatGPT, i testi dei titoli avranno una formattazione con parole sempre maiuscole, anche dopo i due punti. E in italiano lo sappiamo che la lettera maiuscola è solo ad inizio frase o dopo un punto!
Gli strumenti a supporto
Per chi desidera un’analisi più approfondita, esistono software come FotoForensics, che analizzano i metadati delle immagini o identificano pattern sospetti, e Glaze, sviluppato dall’Università di Chicago, che proteggono le opere d’arte dai tentativi di replica da parte delle AI.
Nel caso dei video, strumenti come Deepware AI Scanner (limite dimensione file 100MB) rilevano anomalie nei movimenti o nella sincronizzazione audio.
Perché è importante riconoscere i contenuti generati con l’AI?
Imparare a riconoscere i contenuti generati con intelligenza artificiale non è solo una questione tecnica, ma una responsabilità sociale. La diffusione di fake news o contenuti manipolati può avere un impatto significativo. Come sottolineato anche nel contesto dei servizi per i centri ottici, l’uso consapevole della tecnologia, come i software gestionali integrati di Bludata, può fare la differenza per costruire fiducia e offrire esperienze autentiche ai propri clienti.
Concludendo, sviluppare questa abilità ci rende più consapevoli e pronti a navigare nel futuro digitale, proteggendo non solo la nostra esperienza online ma anche la reputazione delle nostre attività.