Quante volte vi è capitato di godere di un prodotto o di un servizio senza mettere mano al portafogli?
Recentemente, nel mondo digitale, accade spesso.
Ad esempio, durante il lockdown abbiamo potuto scaricare un gran numero di ebook e ricerche di mercato o partecipare a webinar gratuiti organizzati da aziende di cui non siamo clienti.
Per accedere a queste risorse “gratuite” abbiamo dovuto inserire i nostri dati su una scheda di registrazione. In seguito, siamo stati chiamati al telefono, contattati via email e abbiamo visualizzato online pubblicità per prodotti o servizi che non avremmo spontaneamente ricercato.
In pratica, in cambio di quelle risorse, abbiamo compilato un form virtuale in cui abbiamo dato i nostri contatti e fornito alcune informazioni su di noi: sesso, abitudini di acquisto, età e forse molto altro.
Potreste replicare che normalmente vi iscrivete con una email secondaria e fornite generalità false. Ebbene, i potenti strumenti dei browser, i cookie che ci portiamo dietro, sono in grado di dire ad un sistema (se ben costruito) se usiamo un iPhone ultimo modello o un cellulare Xiaomi (e quindi quanto spendiamo in tecnologia), se siamo ad Asti o Catania e conoscere la rete che usiamo per navigare: nel mio caso, apparirà che io navigo dalla rete Bludata, identificandomi come qualcuno che lavora per questa azienda.
Alcune strategie aziendali con soluzioni gratuite
Ecco alcune strategie che sfruttano proposte gratuite o semigratuite:
1. Qualcun altro paga
E’ il caso, per esempio, degli annunci pubblicitari. Sono le persone che acquistano AdWords da Google a far sì che sia possibile utilizzare gratuitamente la posta, i potenti motori di ricerca, e molte ottime funzioni e prodotti Google. Lo stesso accade per Facebook e per tutti i principali social media.
2. Sovvenzione incrociata
Il prodotto X è gratuito o ha un prezzo molto basso, ma il cliente paga un prezzo elevato per il sottoprodotto Y che copre il costo di entrambi gli articoli.
Ad esempio, si ottiene uno spazzolino elettrico gratuito o a un prezzo irrisorio, ma le testine di ricambio costano molto e per tutto il tempo di utilizzo dello spazzolino.
Un modello simile è applicato alle macchine del caffè e le cialde.
Un esempio online: l’ebook reader Kindle non solo è offerto ad un prezzo basso, ma è collegato direttamente solo ad Amazon.
Mentre possiamo usare delle cialde “compatibili” con la macchinetta del caffè che abbiamo ottenuto ad un prezzo irrisorio, il Kindle ci permette di acquistare direttamente ebook solo su Amazon.
3. Strategia Freemium
La strategia freemium è piuttosto frequente nei servizi online perché può essere efficace per l’acquisizione dei clienti e la monetizzazione dei loro prodotti digitali.
Il modello di business freemium permette ai consumatori di utilizzare gratuitamente la versione limitata di un servizio. L’account di base della piattaforma è gratuito, ma se desideriamo più funzionalità, dobbiamo pagare per i servizi premium. I clienti Premium sovvenzionano la versione gratuita di prodotti come Flickr, Dropbox, MailChimp.
In questo tipo di strategia il numero elevato degli acquirenti è vitale per il produttore.
Le caratteristiche dei prodotti freemium sono generalmente:
- funzionalità limitate nella versione base;
- tempo limitato per l’uso gratuito;
- capacità limitata di uso nel tempo;
- accessibilità gratuita solo per uno specifico target di clienti.
Le specifiche esatte degli schemi tariffari freemium dipendono dal contesto e gli esempi sono numerosi.
Nel 2011, il New York Times è passato dalla pubblicazione dei propri contenuti online gratuitamente a un modello di business freemium utilizzando i “paywall”; gli utenti che superavano il limite di venti articoli al mese dovevano pagare un abbonamento. Oggi questo modello è molto diffuso per la stampa online.
I servizi di archiviazione dati basati su cloud come Dropbox offrono una quantità limitata di spazio di archiviazione gratuitamente, ma addebitano costi di abbonamento per volumi maggiori.
Perché nessun software è gratis
Nessun software o servizio online è gratis.
Un produttore di soluzioni informatiche, così come avviene per qualsiasi altro prodotto o servizio, ha dei costi da coprire.
Se navigando in rete incappate in un sito che propone un software gratuito o ad un costo irrisorio, significa che ci sono dei costi nascosti o riversati su altri soggetti.
Un software gestionale è un prodotto complesso, che deve essere costantemente aggiornato alle normative e alla tecnologia in continua evoluzione. Non può essere gratuito. L’azienda produttrice fallirebbe. Per lo stesso motivo, non è giustificabile nemmeno un costo estremamente basso.
Anche una promozione per il lancio non può arrivare alla gratuità del software; in tali casi, il produttore dovrà recuperare quantomeno i costi sostenuti alla prima necessità di assistenza o di aggiornamento.
I costi nascosti in promesse di software gratuiti
Quali possono essere i costi nascosti in una promessa di attivazione gratuita di un software?
Dopo aver valutato le possibili strategie (vedi sopra) adottate da un fornitore che propone il software gratuitamente, iniziamo a fare i conti.
L’offerta per la versione Premium è ad utente, per mese e con l’obbligo di sottoscrivere più utenze?
Forse, anche se il prezzo che compare a video è basso, a conti fatti, il costo complessivo è più alto di quanto appariva ad una prima occhiata.
La seconda cosa da chiedersi è: cosa sto effettivamente comprando? Perché è chiaro che avere un software gestionale senza le funzioni ad hoc per un centro ottico implicherà che dovremo gestire manualmente alcune attività o reinserire più volte i dati, perdendo tempo e rischiando di compiere errori.
E qualora dovessimo avere la necessità di chiarire qualche dubbio o riscontrassimo un problema, ci sarà un servizio di assistenza interno all’azienda?
Il personale tecnico sarà costantemente formato per rispondere a domande specifiche di settore?
E la formazione online? Come viene prestata? A quali costi?